sabato 28 marzo 2015

QUICHE O TORTA SALATA PER LA PRIMAVERA




Prepari una torta salata e hai svoltato la serata. Di solito capita così: si tira fuori dal frigo un rotolo di pasta sfoglia o di pasta brisè, la si farcisce in qualche modo, si aggiunge alla portata un contorno o un piatto di affettati e si è a posto. A casa mia non succede così. Le serate si svoltano con una cofana di pasta ben condita. Le torte salate proprio non piacciono, soprtutto ai figli. Quando eravamo giovani e appena sposati avevo uno speciale di Sale e Pepe su focacce, pizze e torte salate e spesso mi sono dilettata con quiche lorraine ai porri e similia, ovviamente con pasta sfoglia o brisè industriali.
Poi le cose sono cambiate. Siamo maturati e i gusti si sono affinati. Le torte salate sono state relegate alle solite feste di classe, ai pranzi o alle cene con gli amici e per la quotidianità si è preferito altro.
Così quando Flavia per l'MTC ha proposto la PASTA BRISÉE di Michel Roux, ho pensato che sarebbe stato difficile trovare qualcosa che potesse piacere a tutti. E così è stato, ovviamente. Ho pensato e ripensato. Un punto fermo sarebbero stati i porri, in onore delle vecchie torte dei primi anni insieme, e la ricotta di capra, che mi piace tanto. Sul resto tabula rasa. Poi durante l'ultima spesa ho scoperto i piselli freschi, segno della primavera che è finalmente scoppiata nell'aria. E così è nata, sul filo del rasoio, ovviamente, la mia 

QUICHE O TORTA SALATA DI PRIMAVERA

Per la pasta brisée ho seguito alla lettera la ricetta di Flavia, che vi copio e incollo 


  • 250 g di farina
  • 150 g di burro, tagliato a pezzettini e leggermente ammorbidito
  • 1 cucchiaino di sale
  • Un pizzico di zucchero
  • 1 uovo
  • 1 cucchiaio di latte freddo
Versate la farina a fontana sul piano di lavoro. (io non avendo marmo o tavola di legno per lavorare bene, l'ho fatto in una ciotola)
Mettete al centro il burro, il sale, lo zucchero e l’uovo, poi mescolateli e lavorateli con la punta delle dita.
Incorporate piano piano la farina, lavorando delicatamente l’impasto finché assume una consistenza grumosa.
Aggiungete il latte e incorporatelo delicatamente con la punta delle dita finché l’impasto comincia  a stare insieme.
Spingete lontano da voi l’impasto con il palmo della mano, lavorando di polso, per 4 o 5 volte, finché è liscio. Formate una palla, avvolgetela nella pellicola e mettetela in frigo fino all’uso.



Stendete l'impasto e foderate una tortiera. Per capire bene come, vi rimando al post di Flavia che è dettagliatissimo. Se avete tempo, fate riposare in frigo il tutto per una ventina di minuti. 

A questo punto preparate il ripieno



Ripieno

400 g di ricotta di capra
un porro
un uovo
150 g circa di piselli freschi sgranati
bacelli dei piselli
brodo di cottura dei bacelli di piselli
un cucchiaio di olio EVO
un pizzico di sale
un cucchiaino di fiori di rosmarino

Sgranate i piselli. Sciacquateli sotto l'acqua e metteteli via. Lavate bene i bacelli dei piselli e metteteli in una pentola d'acqua.
Portate ad ebollizione, fate cuocere per qualche minuto e spegnete. Lasciate raffreddare nell'acqua.
tagliate a rondelle il porro precedentemente lavato e mettetelo ad appassire in una casseruola assieme a un cucchiaio di olio e a uno di acqua. Fate cuocere per qualche minuto ma non soffriggete, spegnete quando vedrete il porro ammorbidirsi. 
Prendete la ricotta e mettetela in un contenitore per frullatore da immersione e unite il porro, un uovo, un pizzico di sale e cinque o sei (o anche di più) bacelli di piselli. Per evitare che siano troppo filamentosi, staccate delicatamente la polpa dei bacelli dalla parte più coriacea (che è l'interno del bacello) 
Frullate il tutto 

Con il ripieno pronto potete decidere se cuocere tutto in forno in un solo momento, oppure di fare la cottura in bianco e poi aggiungere il ripieno. Io non avevo tanto tempo, ho optato per la soluzione più veloce ;)

Versato il ripieno nella tortiera foderata dalla brisée, aggiungete i piselli freschi sparsi ovunque e la manciata di fiori di rosmarino che avrete raccolto, sciacquato e asciugato al momento. 

Cuocete in forno a 170° per almeno mezz'ora. (io ho un forno un po' strano... la torta non cuoceva e ho dovuto alzare la temperatura, con sbruciacchiatura finale....)

Buona, per me e il marito (che però prima ha voluto una pasta al pomodoro). Orribile per la figlia (che odia il porro), non pervenuto il giudizio del figlio, che non ha neanche preso in considerazione l'ipotesi di assaggiarla....

Io non demordo, la brisèe fatta così è molto versatile e ci proverò con qualcosa di più fizioso per tutta la famiglia!




giovedì 19 marzo 2015

E' LA TUA FESTA, PAPA'



E' la tua festa, papà. Lo dicono tutti da giorni. L'ho scritto anche io e l'ho declinato in post più disparati, dai lavoretti alle frasi smelense. E' la tua festa e non ti ho ancora chiamato per farti gli auguri. Mia figlia, che oggi partiva per una gita scolastica, ieri si è ricordata di farli in anticipo al suo papà.

Penso a noi genitori, a quanto lui, il marito, il papà dei miei figli sia sempre più indispensabile per la loro crescita e penso a me come figlia. Quanti padri ho avuto e ho nella mia vita. Quante figure che mi hanno fatto crescere e che contribuiscono a costruirmi ogni santo giorno. Di questo devo essere grata e oggi, che è anche la loro festa, li affido a quel San Giuseppe padre di tutti.

Però, come dice una delle frasi smelense che ho trovato nel web, di papà ce n'è uno solo. Io ho te, te che sei sempre stato l'equilibrio della nostra famiglia. Una mamma tutta fuoco e parole, un papà tutto saggezza e silenzi. Una mamma emotiva, un papà razionale. Una mamma pragmatica, un papà con tante passioni.

Ci sei sempre stato. Tornavi a casa tardi (quante volte sono andata a dormire guardando il tavolo con apparecchiato per la tua cena di mezzanotte), ma sapevi ritrovare il tempo per leggerci un libro, per raccontarci una di quelle storie che nessuna delle mie amiche sapeva. Lavoravi tanto, tutta la settimana, ma nel week end ci portavi a giocare al parco quando eravamo piccole e studiavi intensamente matematica con noi quando siamo diventate grandi.

Ci sei sempre stato. Discreto e silenzioso. Hai seguito ogni passo del nostro percorso scolastico, iniziando un impegno nella scuola che non hai smesso nemmeno ora, da nonno (alcune amiche mamme blogger ti ricorderanno quando abbiamo parlato di internet e di cyberbullismo)

Discreto, silenzioso e sicuro nelle tue certezze. Ci hai trasmesso una fede forte, molto razionale, ma forte. Ci hai testimoniato, insieme alla mamma, come si vive il sacramento del matrimonio e ce lo continui a testimoniare. (a volte penso che tu sia un santo, non me ne volere mamma!)

Mi hai portato all'altare con quel tuo fare timido e gentile. Ricordo ancora quando chiedesti al nostro amico che ci avrebbe fatto da autista come dovevi comportarti. Hai seguito ogni momento della mia vita matrimoniale con quel giusto distacco di chi lascia liberi di volare i propri figli, ma sei altrettanto libero di dirmi il tuo parere. Conservo come preziosi i tuoi suggerimenti e se da ragazzina non sapevo cosa dirti quando mi trovavo sola con te, ora siamo capaci di passare le mezz'ore al telefono a parlare.

Non voglio essere troppo sdolcinata, e non continuerò oltre. E' la tua festa, papà e volevo soltanto dirti che se mai dovessi raccontare che cos'è un padre per me, in questo mondo in cui si parla di genitore uno e di genitore due, in cui va bene tutto e il contrario di tutto ma solo se segue una certa logica, io non avrei esitazioni.

Un padre è come mio papà: il porto sicuro a cui tornare, il saggio a cui chiedere un parere, il mite che bisogna sempre temere perchè quando si arrabbia fa tremare i muri, l'educatore che sa mettere paletti e che sa accompagnarti a capire perchè te li mette, gli occhi discreti che ti seguono mentre cresci e che ora seguono il diventare grande dei nipoti. Il papà che passa le sere a disegnarti la cucina e quello che ti ha trasmesso la passione per il design, l'ingegnere che ancora adesso sta in casa con gilet e cravatta e il nonno che si spalma sul tappeto per far giocare nipoti e schiere di amichetti, la testa bianca che mi precedeva nelle camminate e che ora si vede magari superare dal nipote, ma che gioisce di poter arrivare in cima con loro.

Un padre è questo e molto più. E quando sarà la festa della mamma potrò parlare dell'altro, indispensabile, lato della medaglia. Ma oggi è la tua festa e io sono grata di avere un padre come te. Tanti auguri, papà!

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