venerdì 6 febbraio 2015

MATTINA DI CAFFE' E PIGRIZIA



Sette e mezza, i figli sono appena andati a scuola, il marito si sta facendo la doccia e io metto su la moka per il caffè. Prima erano le cialde e il latte montato meglio che al bar, ma dopo che anche la seconda macchinetta (pagata poco, per carità) ci ha abbandonati con soli pochi mesi di vita, abbiamo deciso di dire addio a quel tipo di caffè. In attesa di tempi migliori in cui pensare con leggerezza ad acquistare una di quelle macchine che partono dai chicchi e arrivano al cappuccino in pochi secondi, ho rispolverato la moka di design, quella che tutti coloro che si sono sposati alla fine degli anni '90 hanno messo in lista nozze.
Per il marito il caffè buono è solo quello espresso e ben ristretto. Io invece amo il profumo che si sprigiona in cucina. Mi piace il caffè lungo, quello che riempie la tazza con la quale puoi scaldarti le mani, il caffè che non finisce in un attimo, ma che puoi assaporare leggendo un libro e sgranocchiando un biscotto.

Così ultimamente la mattina inizia con il rituale della moka da riempire e l'attesa del gorgoglio, con la tenda tirata su ad ammirare, nelle giornate propizie, l'alba che risveglia il campo del grande albero davanti a casa. (stamattina lo spettacolo era il campo innevato)
Poco per volta ho diminuito lo zucchero e ultimamente il mio caffè lo assaporo così, puro. Niente zucchero e niente latte, nella tazza preferita. Dono di nozze di un'anziana professoressa di matematica, la mia tazza preferita ha il fascino elegante delle cose senza tempo. Bianca, pochi bellissimi fronzoli, fine porcellana inglese e una bella forma panciuta pronta ad accogliere la bevanda calda e a scaldare le mani che cercano una coccola.

Caffè, biscotti (o cracker ai cereali e semini) e yogurt bianco. A volte una mela. Questa è diventata la mia colazione ideale, ma con una scoperta in più. Nella mia pigrissima ottica del massimo rendimento per il minimo sforzo sono arrivata a decidere di non utilizzare una ciotola o un bicchiere per travasare lo yogurt dal vaso da mezzo chilo. Mangiarlo a cucchiaiate sarebbe stata una tentazione, ma ho avuto come un rigurgito di dignità e una mattina ho provato a metterlo dentro la tazzina, subito dopo aver terminato di bere il caffè. Goduria massima! Nella tazzina era rimasto un leggero fondo, che ha variegato lo yogurt.

Buonissimo! Ecco la mia non ricetta di oggi...

YOGURT VARIEGATO AL CAFFE'

  • una tazza da caffè un po' grande e panciuta
  • ottimo caffè (io amo l'arabica e ultimamente, dopo essere stata come inviata per Blogmamma al loro stabilimento, dopo averne sentito la storia e dopo averlo assaggiato, ho deciso di acquistare il caffè Vergnano)
  • yogurt intero non zuccherato
Sorseggiatevi il vostro caffè (possibilmente senza zucchero) e lasciatene un pochino nel fondo.
Versate lo yogurt nella tazzina, ammirate la variegatura naturale che si forma quando yogurt cremoso e caffè entrano in contatto. 
Immergete il cucchiaino e assaporate il vostro yogurt variegato al caffè. Volendo potete anche mescolare il tutto, ma a me piace così, ancora con ognuno la sua consistenza e personalità.

Ecco, non sempre la pigrizia innata è negativa..... Buona giornata a tutti!

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