Non mi sono mai preoccupata della festa della donna, mi fanno una tristezza infinita quei rametti rinsecchiti di mimose che si vendono ad ogni angolo di strada. A me la mimosa la porta mio suocero a fine febbraio dalla Toscana, insieme alle solite salsicce.
Martedì ho fatto un'eccezione. Sistemato Giacomo a pranzo dai nonni, mi sono presa una mattinata per me. Un invito che mi interessava parecchio, l'inaugurazione di una mostra fotografica in Triennale.
E il tema mi tocca. Sono mamma di una dodicenne che cambia di giorno in giorno e che potrebbe proprio essere une delle protagoniste di "Quanto ti vuoi bene?", lato artistico di un progetto rivolto alle preadolescenti e adolescenti. Un'indagine relativa a come si vedono, al rapporto con il proprio corpo e con le nuove tecnologie.
Non potevo mancare, è da una vita che mi dico che vorrei andare a fare un giro alla Triennale, la giornata è di quelle splendenti. Freddo, blu (a Milano cosa rara) e sole. Arrivo per tempo, passeggiando per parco Sempione, salgo lo scalone inondata dal bianco e dalla luce e mi accomodo per seguire la conferenza stampa di presentazione.
Mi colpisce la fotografa, quando parla delle ragazze come parlasse di sua figlia. Ha incontrato alcune delle 3200 adolescenti e preadolescenti che hanno risposto al questionario comparso di MSN, le ha ascoltate mentre si raccontavano, le ha colte così come si erano presentate, niente studio fotografico.
Solo un angolo della loro città, un muro, il mare, un albero e loro, in tutta la spontaneità, la baldanza e la timidezza degli anni.
Mi colpisce l'entusiasmo di questa mamma australiana che per capire meglio sua figlia adolescente ha preso macchina fotografica e ha cominciato a scattare. Faccio mio il suo invito a non dare solo consigli ai figli, ma ad ascoltarli perchè a volte hanno solo bisogno di questo.
E la mostra: sospesi in una luce bianca i ritratti delle ragazze ti si fanno incontro. E puoi decidere di camminare tra i loro sguardi e sorrisi veri, oppure puoi soffermarti davanti a ogni foto. Cercare di carpire qualcosa del soggetto ritratto e poi passare a leggere quello che, dietro, la ragazza ha risposto durante il questionario. Le domande, poi, non sono da poco: sono bella quando.... non mi piaccio quando.... non potrei vivere senza.
Ho camminato e sono entrata per un po' nel mondo di queste bambine cresciute, chiedendomi cosa avrebbe risposto mia figlia. Spero che la sua risposta possa essere simile a una delle tante frasi riportate:
"la vita è troppo breve per perdere tempo a non piacersi."
Bellissima e che luce!! Vado a vedermi i link che hai messo!
RispondiEliminanon conoscevo questa iniziativa e mi piace molto e trovo che bisogna imparare a volersi bene, non è sempre facile. IO che ho 4 figli posso dire che i ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati ogni tanto mi sorprendono per la maturità che hanno raggiunto
RispondiEliminaDeve essere stata una fantastica mostra e mattinata....un bacino la stefy
RispondiEliminahai ragione Lucia, bisogna scoltarli, a volte anche solo guardarli perchè li conosciamo bene e vediamo anche quello che non ci dicono.... e dobbiamo volerci bene! hai fatto benissimo a prenderti una mattina di libertà, se non vogliamo bene a noi stesse poi stiamo male con gli altri. Baci
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