Tu che sei mamma di due pre-adolescenti, avresti voglia di partecipare come ospite all'incontro di Milano di Navigare Sicuri? La mail è arrivata da un'amica e senza esitare ho detto di sì. Conosco il progetto Navigare Sicuri e lo sto seguendo con interesse. Quest'anno la fascia d'età a cui si riferisce è proprio quella dei miei figli e come ho già detto il loro approccio a Internet non mi lascia tranquilla.
L'incontro di Milano, inoltre, toccava un tema drammaticamente attuale e scottante: il cyberbullismo.
Mercoledì mattina, quindi, ho passato un paio d'ore alla scuola media Santo Spirito, in pieno centro milanese, tra ragazzini e adulti, a parlare e a riflettere sull'utilizzo di internet, sui suoi pericoli e su ciò che serve per utilizzarlo come un valido strumento e non come un potenziale nemico.
Insieme a me, oltre al team di Navigare Sicuri, anche la psicologa Maria Rita Parsi, presidente della Fondazione Movimento Bambino e Frieda Brioschi, presidente di Wikimedia Italia.
"Attraversereste mai un'autostrada a piedi?" ha chiesto Frieda Brioschi ai ragazzi. Certo che no, risposta ovvia.
Non lo farei io e a maggior ragione non lo permetterei ai miei figli. Internet è come un'autostrada: senza le dovute accortezze si trasformerebbe da uno strumento utile in un luogo pericolosissimo.
Il problema è che da un lato molti genitori non si rendono conto che il fatto che i figli sappiano più di loro (come ha giustamente sottolineato un papà) di internet non vuol dire che siano in grado di utilizzare il mezzo nella maniera corretta, dall'altro è che i figli del nostro tempo sono sempre più soli.
Se la maggior parte dei ragazzini presenti in sala ha ammesso di avere un profilo di facebook, ma di non avere la mamma o il papà tra le amicizie, vuol dire che mamma e papà su quell'aspetto si sono tirati indietro. Non basta, certo, essere tra i contatti del figlio sui social network, ma è un punto di partenza, secondo me.
Da un incontro come quello di mercoledì emergono tantissimi spunti, io provo a dirvi quello che ha provocato in me:
- il problema maggiore dei nostri tempi è l'emergenza educativa: i primi a non essere educati, spesso, siamo proprio noi genitori. Che di conseguenza abdichiamo al nostro ruolo nei confronti dei nostri figli. La vita è dura, spesso il tempo è poco: si arriva a fine giornata con poche energie e molta poca voglia di discutere anche con loro. Così si passa sopra a molto: a programmi televisivi da lobotomizzati, a compiti buttati là senza troppa voglia nè impegno, a cene mordi e fuggi perchè in tv c'è un programma da non perdere e a ore e ore passate tra internet e videogiochi. Concedere senza dare regole, vivere insieme ai figli senza aiutarli a giudicare la realtà, senza provocarli e spronarli, significa non far loro compagnia nella loro crescita.
- educare noi stessi per educare i nostri figli. Vale per internet così come per tutto il resto: se non ci appassioniamo a nulla, non possiamo pretendere che i nostri figli lo facciano. Se non teniamo conto di quello che è importante per loro, di quello che è il loro mondo non li aiutiamo a giudicare. Senza una conscenza nostra della rete, dei suoi pericoli e delle sue potenzialità saremo tagliati fuori prima di tutto dalla vita dei nostri ragazzi.
- chi è vittima di cyberbullismo a volte non riesce a venirne fuori perchè non si fida degli adulti. A quella platea di ragazzini avrei voluto dire di avere sempre un grande come punto di riferimento. Può non essere la mamma o il papà (ad una certa età ci si rivolta contro i genitori....) ma che ci sia è fondamentale: un professore, un catechista, un allenatore, il fratello maggiore, l'amica della mamma. Ci deve essere nella vita di questi ragazzini una figura adulta di riferimento, di cui si fidano e alla quale possono chiedere aiuto nelle difficoltà o un'opinione quando non si è sicuri.
Ci sarebbe molto altro da raccontare. Mamme e papà non tiriamoci indietro. Aiutiamoci in questo che è il compito che ci è stato affidato: crescere gli uomini e le donne di domani. Altro che mettere una croce su un simbolo!!
PS nella foto vedete una delle nuove scoperte dei miei figli: se io confrontavo le versioni di latino e greco al telefono con l'amica, ora quando non si può studiare insieme ci si attacca a skype...
Bello il tuo blog, e poi ha molti punti in comune con il mio! Lo seguirò con attenzione.
RispondiEliminaA presto.
Cial Lucia:)
RispondiEliminaBene, bisognerebbe fare un "collage" con tutti i post, perché ognuno dei partecipanti ha colto qualcosa e perso qualcos'altro.
Bello questo post e ha colmato i buchi :)
E complimenti per il tuo intervento... non te lo avevo ancora detto!