giovedì 25 dicembre 2014

NATALE E STUPORE






Non è un periodo facile per molti. Noi ce la caviamo, ma è chiaro che sono passati i tempi di vacche grasse e ciò che accade nel mondo non rassicura nessuno. In un clima così, con quel filo di pesantezza che spesso accompagna le giornate di molti e a volte anche le mie, è arrivato anche quest'anno il Natale.
E prima del Natale l'Avvento, l'attesa di una venuta. Ieri notte ho pensato a come sono stata in questi giorni.Sono arrivata a Natale con pochi regali comprati, con una casa che fa spavento, con zero biscotti, zero regalini di Natale fatti a mano, pacchetti da fare e nessun biglietto scritto. Da ora in avanti partirà la frenetica messa in ordine e pulizia di tutta la casa prima dell'arrivo di genitori e suoceri.Insomma, il cosiddetto spirito natalizio è stato soffocato dalla sempre più crescente disorganizzazione mia....

Una tristezza, direte. E sì, ci ho pensato anche io. Mi sono scoperta senza la voglia di vivere il Natale con tutto il suo corollario di magia e di bellezza, mi ha attraversato anche una sottile tristezza e non so spiegarvi perchè se non per il fatto di non riuscire con le mie forze a fare tutto. Ma per fortuna non è finito tutto lì, nel non avere la casa perfetta, nel non essere riuscita a comprare ai figli tutto quello che desideravano (e aver rimediato con dei simpatici buoni scritti a mano). Per fortuna tutte le volte che mi si offuscava la letizia natalizia, irrompeva qualcosa che riusciva a sparigliare le carte e a lasciarmi lì, grata e stupita.

Il mio Avvento è stato questo. Un susseguirsi di momenti di stupore: dall'alba alla mattina al cielo in fiamme del tramonto. Dal campo addormentato nella nebbia al cielo blu sul Duomo. Dai canti di Natale sul sagrato del Duomo alle luci scintillanti della Galleria. Ogni volta che mi ripiegavo su me stessa, qualcosa mi ricordava che il nostro cuore è fatto per cose grandi. 

Così il Natale è arrivato, tra pigrizia e stupore, tra limite e infinito. E stanotte, dopo una cena coi parenti che non è andata come previsto (per un ritardo clamoroso di alcuni partecipanti), una messa in piedi, nel forno crematorio che è la nostra chiesa (a volte gli architetti moderni dovrebbero prendere umilmente spunto dai maestri dei secoli passati), mentre il cuore ancora cantava la venuta di Gesù Bambino, è arrivata la notizia di una nascita.

Uscire dalla chiesa, riaccendere il cellulare e leggere il messaggio di amici fraterni che annunciavano la nascita del loro bambino non poteva che essere il modo più bello per tornare a casa grata di questo Natale pieno. Pieno di vita, di stupore, di mancanze, di cose che si potrebbero fare meglio, di amici, pieno di fatica e di bellezza, pieno di senso, di quel Bambino che ha dato e dà senso a tutto. A una cena insieme così come a una nuova vita che nasce. 

Buon Natale a tutti voi, ora vado a rendere presentabile la casa e a preparare qualcosa...

venerdì 28 novembre 2014

MUFFIN E DESTINO: TUTTO C'ENTRA



Eccomi come al solito all'ultimo a scrivere per MTChallenge. Questo mese avevo quasi pensato di fare due ricette, ma non mi smentisco mai... Il tema era tutto sommato semplice: muffin. La semplicità, però, era solo apparente. L'idea era di unire i muffin a un testo letterario: romanzo, poesia, canzone, piece teatrale. Ecco l'inghippo. Come molti dei concorrenti ho passato le mie giornate a decidere il testo letterario. Mi venivano in mente tutto e niente nello stesso tempo. Tanto per dovere di cronaca avevo pensato a:

  • Quer pasticciaccio brutto de via merulana. Letto e riletto parecchie volte negli anni universitari. Di Gadda mi è sempre piaciuto l'uso della lingua. Bocciato per mancanza di tempo nel rileggerlo
  • Country roads di John Denver. Canzone che ha segnato le mie estati in montagna. Serate in compagnia di una chitarra, qualche amico anche fascinoso e a volte un falò. Canzone che continua ad accompagnare i nostri viaggi anche se il marito non ha mai cantato insieme a me nelle serate in montagna. Semplicemente ama come me (e forse più di  me)  la musica country. E' rimasta fino all'ultimo come possibilità. Il punto era decidere cosa mettere nei muffin. Mirtilli? Mele? Mais? Pulled pork?
  • Simenon: il mio grande amore. Tra tutti il mio romanzo preferito rimane Tre camere a Manhattan, ma per i muffin avrei optato per Maigret. Difficile, però, scegliere il romanzo giusto e la versione di muffin ideale (dolce con prugne e noci o salato con ingredienti provenzali?). 
In tutto ciò, non so come mai, mi ha cominciato a martellare una frase di un'opera teatrale di cui mi avevano parlato da ragazza. Vi confido che credo di non averla neanche letta tutta, ma quella frase finale la so a memoria. E' una di quelle frasi che ti segni sul diario da adolescente e che ora forse si potrebbe trovare in qualche tumblr. E mentre mi martellava in testa, mi visualizzavo il muffin. Così l'altro giorno ho deciso. 

L'opera teatrale da cui ho preso la frase è il Miguel Manara del lituano Milosz. E' un mistero in sei quadri ispirato alla vita di don Miguel Manara Vincentelo de Leca, vissuto a Siviglia nel seicento e proclamato beato da Giovanni Paolo II
Il Miguel Manara di Milosz è un don Giovanni: vita dissipata, pieno di donne e dall'animo inquieto. L'incontro con la giovane Girolama cambierà la sua vita. I due si sposeranno ma la giovane morirà velocemente. Miguel Manara, ormai cambiato dalla purezza della moglie, decide di entrare in convento. Lì viene accolto e lì passerà il resto della vita. Quando ormai anziano è arrivato il momento della morte, lui dice questa frase: 
“Adesso sono in mezzo ai vivi come il ramo nudo il cui secco rumore fa paura al vento della sera. Ma il mio cuore è gioioso come il nido che ricorda e come la terra che spera sotto la neve. Perché so che tutto è dove deve essere e va dove deve andare: al luogo assegnato da una sapienza che (il Cielo ne sia lodato!) non è la nostra”.
E' una frase che mi ha sempre colpita per la sua poeticità nel parlare di destino. La vicenda di questo uomo che come l'Innominato ne ha fatte di ogni e che l'incontro con un cuore puro ribalta la vita mi ha sempre fatto pensare che la possibilità di felicità e di letizia è per tutti se si dà senso alla propria vita. E il sapere che tutto è dove deve essere e va dove deve andare grazie alla sapienza che non è la nostra in fondo in fondo è liberante. 

Ma ora veniamo ai muffin: volevo rendere l'idea della terra che spera sotto la neve. La terra che spera perchè ha dentro di sè il seme di qualcosa di bello. Così ho deciso per un muffin al cioccolato. Dentro, però ho messo un mix di semini e, per indicare la promessa del frutto, un po' di marmellata di amarene, che sono dolci e amare insieme come lo è la vita. Una spolverata di  zucchero a velo  in cima non poteva che simulare la neve.

ecco la ricetta:



MUFFIN ALLA MIGUEL MANARA

ingredienti secchi: 
  • 250 g di farina
  • 50 g di cacao fondente
  • 8 g di lievito
  • un cucchiaio di bicarbonato
  • 2 cucchiai di zucchero di canna
  • 2 cucchiai di semi misti (un mix che ho comprato in un supermercato in zona: girasole, sesamo, papavero, lino)
ingredienti umidi
  • 200 g di yogurt intero 
  • 2 uova caserecce (dal pollaio di un collega del marito)
  • 60 g di burro
  • 140 g di composta di amarene fatta in casa (gentilmente fornita da un'altra collega del marito)
Per la preparazione si consiglio di seguire le indicazioni di Francesca.

  • tirate fuori gli ingredienti dal frigo almeno mezz'ora prima
  • fate fondere il burro e poi fatelo raffreddare
  • mescolate burro, uova, yogurt e composta di amarene
  • in una ciotola setacciate molto bene la farina insieme con il lievito e il bicarbonato. Setacciate anche il cacao e unite alla farina. 
  • Setacciate ancora tutti gli ingredienti secchi fino a che non avrete più grumi
  • unite i semi e mescolate
  • fate una fontana e aggiungete gli ingredienti liquidi
  • girate per amalgamare il tutto il meno possibile
  • riempite i pirottini per tre quarti e mettete in forno statico, precedentemente riscaldato, per 20 - 25 minuti.
Servite con un'abbondante nevicata di zucchero a velo. 

PS in uno dei muffin (che vedete in foto) ho provato a mettere la granella di zucchero per dare una consistenza diversa. Giocate anche voi con la nota bianca che più vi piace :)



martedì 28 ottobre 2014

UN POMERIGGIO INTERO A FAR LASAGNE.



Pigra, disordinata e perennemente sul filo del rasoio. Il mio motto è "massimo rendimento per il minimo sforzo". Questa sono io e cosa mi chiede l'MT Challenge di questo mese? Di fare le lasagne. Sì, ma da zero. Non sono ammesse sfoglie comprate, men che meno (ma non l'ho mai fatto) sughi e besciamelle pronti. A dire la verità io le lasagne non le ho mai fatte. Figli e marito non ne vanno pazzi, forse perchè ne hanno sempre assaggiato delle versioni (fatte da altri) non propriamente esaltanti. Così ho deciso che vincevo ancora una volta la mia natura e che mi mettevo a creare. La tentazione di saltare il turno mi è venuta più volte, una anche ora: non è normale mettermi a scrivere alle sette di sera, con la tinta spalmata sui capelli, la casa piena di panni da stirare e la prospettiva di una sveglia molto presto domattina...

Beh, per farla breve che la ricetta sarà piuttosto lunga, vi dico che ho approfittato di una domenica pomeriggio completamente sola (figlio e marito alla Games Week, figlia a casa dell'amica) e ho cominciato alla mia maniera, senza una spianatoia degna di essere chiamata tale (ma un bellissimo tagliere per polenta a forma di fiore) e con l'idea data da una recente gita a Genova. Lì i figli hanno provato delle lasagne al pesto che ancora si ricordano.Così ho deciso che avrei fatto qualcosa di simile, ma no, non avrei affrontato il pesto. Non sarebbe stato all'altezza... Ho ripiegato sull'amata crema di rucola e via.


LASAGNE ALLA CREMA DI RUCOLA, SPINACINI E STRACCHINO

 Lasagne:

150 g di farina 0
150 g di semola senatore cappelli
4 uova

Per il procedimento vi consiglio di andare a leggere quanto ha scritto Sabrina e anche la bellissima intervista alle sorelle Simili (che io ho letto, ovviamente, mentre stavo preparando le lasagne, non prima...)
Comunque ho fatto così:

  • mettere sul tagliere a fontana la farina e al centro le uova
  • impastare lavorando energicamente fino a che l'impasto non diventi liscio
  • mettere l'impasto a riposare per circa mezz'ora
  • spolverare di farina la spianatoia e sistemare la palla (io l'ho divisa in tre palline più piccole) 
  • stendere l'impasto con il mattarello (il mio, ovviamente, era piccolo e non quello da pasta fresca) seguendo quello che dice Sabrina. Mi raccomando l'ondeggiare dei fianchi!
  • lasciate asciugare un po' la sfoglia e dedicatevi ad altro

Besciamella

  • 12 g di burro
  • 1 litro e mezzo di latte intero
  • 150 g di farina
  • un pizzico di sale 
  • noce moscata
Anche in questo caso ho seguito il procedimento di Sabrina, e mentre la facevo pensavo alla recente dimostrazione del nuovo Bimby alla quale ho partecipato.
  • fate bollire il latte tenendo da parte un bicchiere
  • sciogliere il burro a fuoco lento
  • togliere dal fuoco il burro e incorporare con una frusta un po' per volta la farina setacciata
  • aggiungere il latte poco per volta
  • rimettere la salsa sul fuoco e portarla a bollore mescolando
  • aggiungere un pizzico di sale e una abbondante grattata di noce moscata

Crema di rucola e spinacini 

  • 100 g di rucola
  • 100 g di spinacini
  • 50 g di pecorino romano
  • 50 g di grana padano di soresina 
  • 30 grammi di mandorle sgusciate
  • mezzo bicchiere di olio extravergine d'oliva
  • un pizzico di sale
Ho da più di un anno il mortaio. Ma la pigrizia ha preso il sopravvento e ho fatto tutto con il mixer.
  • lavate e asciugate rucola e spinacino
  • mettete nel mixer un po' di rucola e spinacino, scaglie di grana e pecorino e le mandorle precedentemente pestate
  • avviate il mixer e aggiungete un po' alla volta l'olio e tutti gli ingredienti
  • regolate di sale 
E' giunto il momento di cuocere le lasagne
  • mettete a bollire una pentola d'acqua
  • quando l'acqua è a bollore salate e mettete nell'acqua due lasagne per volta
  • togliete le lasagne dall'acqua e versatele in una ciotola con acqua e ghiaccio
  • mettete a scolare in uno scolapasta
Composizione lasagne
  • versate sul fondo della pirofila la besciamella
  • sistemate uno strato di lasagne
  • versate la crema di rucola, la besciamella e fettine di stracchino
  • sistemate un altro strato di lasagna e procedete come prima
  • sull'ultima lasagna versate crema di rucola, besciamella e una generosa presa di grana padano
E anche stavolta sono arrivata all'ultimo minuto... e dalle sette di sera siamo arrivati alle 23...



domenica 28 settembre 2014

Riso, pollo, peperoni, mais: le fajitas alla MTChallenge



Eccomi qui, sono passati mesi e finalmente torno. Meno male che c'è l'MTChallenge, che ovviamente affronto all'ultimo minuto, ma che mi costringe a riprendere in mano questo blog che aspetta sempre una nuova veste e un po' più di costanza... Chi segue la gara sa che questo mese, come era accaduto per le castagne, non c'è una ricetta da seguire, ma c'è da divertirsi con una materia prima e le sue cotture: il riso. Inutile dire che le tre tipologie di cottura del riso proposte da Acquaviva mi sembravano tutte elaborate e complicate. Io che di solito preparo il risotto e che ho scoperto risi come il basmati solo quando qualche Natale fa ho ricevuto in regalo una ricecooker....

Così ho pensato di andare sul sicuro e di cominciare ricreando un piatto che tanto piace in casa mia, le fajitas, che vengono aggiudicate per la cena di venerdì. Compro il pollo, il riso ce l'ho, i peperoni e le zucchine pure. Preparo il pollo per la marinatura, mi metto a fare altro. Non capisco come mai in casa mia il tempo scorra così in fretta.... Alle otto, quando tutti i comuni mortali si mettono a tavola, io decido di preparare le tortillas di mais. Per fortuna il marito lavora lontano ed è abituato a mangiare tardi...

In casa hanno temuto tutti di mangiare a mezzanotte, ma alla fine non ci ho messo poi così tanto. Ecco qua le



FAJITAS ALLA MTCHALLENGE

  • 500 grammi circa di riso basmati
  • un kg circa di petto di pollo
  • un peperone giallo
  • un peperone rosso
  • una zucchina
  • due pomodori perini
  • uno spicchio d'aglio
  • un cucchiaio di semi di sesamo
  • un cucchiaino di paprica
  • un pizzico di zafferano
  • olio extravergine d'oliva
  • sale
per la marinatura del pollo
  • due cucchiai abbondanti di spezie miste (io uso un preparato per pollo in cui si trovano coriandolo, paprica, peperoncino, cumino, curcuma)
  • un bicchiere di birra
  • un sacchetto da freezer
per le tortillas
  • 200 g di mais
  • 200 di farina fioretto
  • due cucchiai di olio
  • acqua qb

Preparazione delle fajitas

Marinatura del pollo

  • tagliate il pollo a striscioline
  • mettete il tutto in una ciotola e spolverate con le spezie
  • unite la birra
  • "impastate" il pollo di modo che le spezie siano ben distribuite
  • trasferite il pollo in un sacchetto e mettete in frigorifero per almeno un'ora

Preparazione della verdura

  • lavate bene peperoni, zucchina e pomodori
  • tagliate a striscioline sia i peperoni che la zucchina che i pomodori. Teneteli ognuno in una ciotola diversa

Riso

  • Mettete il riso in una ciotola e sciacquatelo in acqua. 
  • Muovetelo con movimenti circolari di modo che liberi l0'amido. 
  • Buttate l'acqua e ripetete il tutto fino a che l'acqua non sia trasparente. 

Tortillas

Per la preparazione delle tortillas vi rimando al mio post sul chili

Quando avete ultimato tutta la preparazione, siete pronti per cuocere il pollo con il riso. In una pentola mettete a scaldare 500 ml circa di acqua. In una padella larga e con i bordi altri mettete un paio di cucchiai di olio, uno scalogno tritato e fate appassire.
Aggiungete il pollo, il riso e un pizzico di sale e fate cuocere a fuoco medio per qualche minuto. 
versate l'acqua bollente, coprite con il coperchio e fate andare a fuoco basso per una quindicina di minuti.
Nel frattempo saltate in padella i peperoni con un filo d'olio, un cucchiaino di semi di sesamo e di paprika con lo zafferano (un'altro di quei mix di spezie che mi diverto a comprare alle fiere...). Lasciateli croccanti e uniteli, insieme alle striscioline di pomodoro, a riso e pollo.
Saltate le zucchine con un filo d'olio e tenetele da parte. 
Controllate il riso: se è ancora leggermente al dente, è pronto. Mescolate di modo che tutti gli ingredienti siano ben amalgamati, regolate eventualmente di sale e potete servire. 
Prendete una tortilla, una buona dose di pollo riso e verdure e ... buon appetito!!



OSSERVAZIONI:
  • non ho usato brodo per cuocere il pollo principalmente perchè faccio sempre all'ultimo minuto e non avevo tempo... 
  • con il basmati è un attimo a perdere la consistenza e la cottura leggermente al dente. A me, ovviamente, è successo. In questo caso non è un problema perchè a noi piacciono le fajitas con il riso dalla consistenza morbida e vellutata
  • non ho voluto servire le fajitas con le salse, e ovviamente il marito ha sentito la mancanza del guacamole
  • no, la rice cooker questa volta non l'ho usata, ma è un attrezzo decisamente comodo: preparo il riso, metto l'acqua e mi dimentico il tutto. Quando il riso ha assorbito tutta l'acqua la rice cooker si spegne automaticamente e si mette in modalità warm. E se voglio cuocere a vapore qualcosa nel frattempo, la posso sistemare nel cestellino. 
Eccomi. Sono arrivata, come al solito all'ultimissimo minuto e in questo momento avrei in mente altre due o tre ricettine che mi piacerebbe provare utilizzando le nuove tecniche di cottura del riso imparate da Acquaviva.... 


sabato 28 giugno 2014

BBQ PASSION AND PIADINA



Eccomi qui, come al solito all'ultimo minuto e come al solito in ritardo.... Rinunciare anche questa volta alla ricetta del concorso più folle, divertente e istruttivo del web non mi sarebbe piaciuto. Per chi non lo sa, provate a dare un'occhiata al sito dell'emmetichallenge e divertitevi anche voi a partecipare come spettatori e giudici al piadamondiale.
Questo mese piadina. Io non ho mai provato a realizzarne una, le ho sempre in dispensa perchè piacciono e sono una manna dal cielo quando i figli tornano affamati da scuola e non so cosa preparare da mangiare. Uno dei matrimoni più belli a cui ho partecipato aveva lo sposo riminese e il catering aveva previsto anche due signore che cuocevano piade al momento, uno spettacolo!
Questa volta la sfida mensile mi chiede di provare a fare io le piadine e di immaginare una farcitura estiva e da cibo di strada.

Ecco, ciò che propongo io forse non è proprio estivo, ma ultimamente in casa mia va molto. Chi mi conosce e mi segue su facebook sa che il marito  si sta appassionando sempre di più (per la gioia mia e di chi viene a mangiare da noi) al barbecue american style. Ha cominciato con la griglia tradizionale, poi si è lanciato nelle cotture più complesse (il pollo sulla lattina, i filetti di maiale o di capriolo ad esempio) ed è arrivato al low and slow, la cottura lenta a bassa temperatura. Il barbecue americano è caratterizzato da tre capisaldi: le costine di maiale, la spalla affumicata e la punta di petto. Per la sua festa che porta nel nostro giardino decine e decine di amici il marito ha pensato al pulled pork, ovvero alla spalla di maiale affumicata. E vuoi che non ne approfitti per decidere di farcire così la mia prima piadina homemade?

lunedì 16 giugno 2014

Philips Lumea Comfort e la prova costume




Tra poco si parte per il mare. Non so voi, ma per me comincia la lotta quasi quotidiana con un problema molto femminile….  Ho tanti capelli, robusti e molto apprezzati dai parrucchieri. Il rovescio della medaglia sono loro, i peli. Per fortuna in vista dell’estate Philips mi ha inviato da testare ciò che avevo adocchiato da un po’: Lumea Comfort.

Che cos’è Lumea? 

E’ il nuovo epilatore a luce pulsata ideale per eliminare in maniera definitiva i peli: la luce pulsata addormenta i bulbi piliferi e i famigerati smettono di crescere.
Quando ho ricevuto Lumea le mie amiche mi hanno subito chiesto se non era un problema fare un trattamento di luce pulsata in vista dell’estate e del sole. Io proprio per questo motivo, ovvero per il fatto che dopo il trattamento la pelle è più reattiva ai raggi solari, ho deciso di cominciare a provare con le zone meno esposte: ascelle e bikini.

Come funziona Lumea?

 E’ molto semplice: dopo aver rasato la zona interessata, bisogna appoggiare la parte dell’apparecchio con la lampada perpendicolare alla pelle e, premendo un comodo pulsante, rilasciare il flash che andrà a colpire i bulbi. La stessa operazione verrà ripetuta per tutta la parte di pelle che si desidera epilare. I flash di luce, colpendo i bulbi piliferi, li addormentano progressivamente e in un certo lasso di tempo i peli smettono di crescere. Il trattamento va ripetuto ogni due settimane. Il libretto istruzioni dice che sono sufficienti 4 / 5 sedute per eliminare i peli. Io vi suggerisco di non demoralizzarvi se all’inizio vi sembra che non accada nulla: a me sono state necessarie più sedute per cominciare a vedere dei risultati significativi. Probabilmente i miei peli sono particolarmente combattivi o, come è facile, le prime volte non ho posizionato bene la macchina.

Si sente dolore quando si utilizza Lumea? 

No. Prima di procedere all’epilazione bisogna provare il grado di intensità sulla pelle. Una volta stabilito, potrete procedere con i flash che non vi procureranno nessun dolore, salvo una piccola sensazione di calore sulla pelle, che potrebbe rimanere per qualche minuto anche dopo aver smesso.

Chi lo può utilizzare? 

Le fortunate con capelli e peli biondi e chiari possono farne a meno, per tutte le altre Lumea è perfetto ;) Se si hanno tanti nei bisogna fare attenzione e comunque nel libretto istruzioni dettagliato e chiarissimo è specificato che bisogna coprire i nei con la matita cosmetica bianca. Io per ora non ne ho avuto bisogno…

Qual è la mia opinione dopo un mese di utilizzo?

·                  Se devo essere sincera, per qualche tempo ho pensato che i miei peli non fossero in grado di soccombere. Il libretto istruzioni diceva che dopo uno o due trattamenti non sarebbe più stato necessario rasarli ma che sarebbero caduti. A me non è mai successo. Ora che sono arrivata alla terza applicazione posso pensare di passare l’estate senza il problema della zona bikini e delle ascelle, ma i peli rimasti (che spero di eliminare con il prossimo trattamento prima della partenza per le spiagge) sono tuttora belli resistenti…

·                  La costanza non è il mio forte e temevo di non riuscire a essere organizzata, ma tutta l’operazione è veramente semplice e porta via pochi minuti. Se ci sono riuscita io a seguire l’iter ce la possono fare tutti!

·             Lumea è decisamente comodo da portare in giro: è poco ingombrante e si tiene bene in mano. Il pulsante grosso permette di lanciare flash anche in situazioni più scomode. 

·                 a ottobre, avendo tanti mesi davanti, mi cimenterò nell’epilazione delle gambe e vi tornerò a raccontare  come si è comportato Lumea a riguardo.

Nel frattempo vi saluto, buone vacanze!

venerdì 30 maggio 2014

Il babà del ritorno



Sono mesi che non metto piede qua. Ad andare avanti di questo passo mia figlia faceva in tempo a compiere 16 anni, chè i festeggiamenti dei 15 sono passati da un pezzo. Pigrizia, un pc talmente lento da togliere ogni voglia, il wifi che salta ogni due per tre, la vita reale. Ecco alcune delle ragioni di tale disamoramento. Mettici anche il fatto che ormai questo blog avrebbe bisogno di una sferzata, di un look nuovo, di un dominio (che già ho...) e abbiamo fatto il quadro. Ma come accade in ogni momento di stanca, c'è sempre qualcosa o qualcuno che ti ridesta, anche per una cosa piccola e insignificante come il blog. E infatti è arrivato il 5 maggio, giorno in cui si svela la ricetta della sfida mensile dell'emmetichallenge. Io ho saltato un paio di mesi, sempre per le ragioni di cui sopra, ma questa non potevo lasciarla andare via così... No, dico, si tratta del babà, il dolce per cui il marito farebbe follie, quello che la sua mamma gli prepara da sempre solo ed esclusivamente in Avvento: dal compleanno del secondo figlio a Natale. Poi basta.

Al babà non si può dire di no, soprattutto se la ricetta è più complessa di quella della suocera, che prepara il dolce facendo un solo impasto e una sola lievitazione. Il babà di casa è un ciambellone generosamente imbevuto di bagna e rigorosamente servito con arance e al massimo una semplice macedonia di frutti autunnali. E' buono perchè la suocera è provetta in cucina, ma ha sempre avuto una consistenza secca, che richiede, ovviamente, generosissime dosi di sciroppo. Dalla suocera ho imparato tanto, ma altrettanto da mesi e mesi di MTC e quindi via alla produzione di babà! E siccome per il dolce più amato dal marito non si può sgarrare troppo, ho deciso di rimanere nel solco della tradizione e di aggiungere una marmellata che ho appena fatto: quella fatta con le arance selvatiche portate a casa a Pasqua da un giardino toscano immerso nel verde delle colline pisane. Volevo provare le monoporzioni e sfruttare almeno una volta una teglia che il marito aveva preso all'Ikea proprio perchè secondo lui poteva andare bene per il babà. Ecco quindi i miei


BABA' AL RHUM CON CREMA PASTICCERA ALLA VANIGLIA E MARMELLATA DI ARANCE SELVATICHE 

BABA'



  • 300 g di farina di forza (manitoba o similari) Io ne avevo una W 260
  • 3 uova  grandi
  • 100 g di burro
  • 100 g di latte
  • 25 g di zucchero
  • 10 g di lievito di birra
Per il procedimento, così come per gli ingredienti, ho seguito alla lettera la ricetta di Antonietta  Ecco i passaggi:

Lievitino

Sciogliete il lievito di birra con 50 g di latte tiepido e 1 cucchiaino di zucchero e impastate con 70 g di farina Coprite con un telo inumidito la ciotola e lasciate lievitare fino al raddoppio.

Primo impasto

Mettete in una ciotola la farina restante (230 g), fate un buco in mezzo, versateci il lievitino e le tre uova. Impastate schiacciando con la mano l’impasto e uno cucchiaio alla volta aggiungete il latte.Deve risultare un impasto morbido, elastico ma non molle. Impastaye energicamente (io ho simulato con la mano la frusta della planetaria....), e sbattete l'impasto verso la ciotola per una decina di minuti. Coprite e fate lievitare fino a che non è raddoppiato ( 80/90 minuti circa). Nel frattempo tirate fuori dal frigo il burro.

Secondo impasto

Lavorate il burro insieme allo zucchero fino a renderlo una crema. Aggiungetelo al primo impasto un  cucchiaio alla volta facendo sempre assorbire bene  prima di aggiungerne altro. Impastate per 5 minuti nella ciotola, poi sistemate l’impasto su un piano da lavoro e lavorate l'impasto energicamente piegandolo e sbattendolo più volte per 15/20 minuti. Vi farete i muscoli ma questa è la fase (a detta di Antonella) più importante per ottenere quella morbidezza che permetterà al babà di assorbire la bagna come una spugna.
L'impasto sarà pronto quando inizierà a staccarsi dalle mani, piegandolo riuscirà a mantenere una forma tondeggiante, e cominceranno a formarsi le bolle d’aria. A questo punto imburrate gli stampini e ricavate delle palline. Riempite gli stampini fino a metà e lasciate lievitare in forno spento ma con la luce accesa fino a quando avranno quadruplicato il loro volume. Dovrà uscire la pasta dallo stampino e formare una sorta di fungo.

Cottura

Riscaldate il forno a 200°, cuocete a 180° per circa 20 minuti. Aspettate una decina di minuti e roteando delicatamente estraeteli dagli stampini. Ora sono pronti per essere immersi nella bagna...



BAGNA
  • 1 litro d'acqua
  • 400 g di zucchero 
  • la scorza di un'arancia amara
  • un bicchiere di rhum
In una casseruola mettete l'acqua, lo zucchero e le scorze d'arancia. Cuocete fino a che lo zucchero non si sarà sciolto. Spegnete e lasciate intiepidire. Aggiungete il rhum.


CREMA PASTICCERA

  • 250 ml di latte intero
  • mezza stecca di vaniglia
  • 15 g di farina 00
  • 40 g di zucchero semolato
  • 2 tuorli

  • marmellata di arance selvatiche e miele di fiori d'arancio (ve lo prometto, sarà un prossimo post)
Tagliate longitudinalmente la vaniglia e raschiate via i semi con un coltellino. Versate il latte in un pentolino, aggiungete i bacelli di vaniglia e scaldate-
In una  ciotola sbattete i tuorli con lo zucchero, aggiungete la farina setacciata e mescolate. Unite a filo il latte e mescolate. Trasferite il tutto in un pentolino dal fondo pesante e fate cuocere per almeno tre minuti, mescolando sempre.
Quando la crema ha raggiunto la consistenza che preferite, trasferitela in una ciotola.

Prendete il babà, immergetelo nella bagna e tenetelo lì fino a che non si sarà ben imbevuto. Strizzatelo leggermente, tagliatelo a metà e sistemate nel mezzo la crema pasticcera. Guarnite con un cucchiaino di marmellata di arance selvatiche ed eventualmente irroratelo ancora di rhum per chi ama i dolci alcolici.

OSSERVAZIONI

  • decisamente un'altra cosa rispetto al babà che ho sempre fatto e a quello della suocera. In famiglia lo hanno notato tutti e temo che non riusciremo più a tornare indietro...
  • nota negativa: la bagna. Siamo sempre stati abituati alla bagna irrorata da preparato al rhum per i punch (rhum fantasia) che ora non si trova più e l'utilizzo del rhum più buono ma più delicato lascia più scialbo il tutto 
  • la teglia Ikea non farà dei babà perfetti, ma tutto sommato non è male 
  • mi sono completamente dimenticata il sale! Poco male, erano ottimi lo stesso :)


lunedì 3 marzo 2014

QUINDICI ANNI: pensieri sparsi di una mamma ad una figlia




Quindici anni
Avevo i capelli lunghi fino alla schiena, tutti striati di bianco. Ora la tinta ha preso il sopravvento e le lunghezze variano a seconda dei mesi che passano tra un appuntamento dal parrucchiere e l'altro.
I social non esistevano e il lungo cammino fatto di ore e ore ad aspettare che tu nascessi è stato scandito da un tam tam di sms che poi è stato prontamente trascritto a mano e riposto chissà dove.

Hai spalancato gli occhi e fatto sentire la tua voce. Da subito abbiamo capito che saresti stata una tosta.
Non abbiamo dormito per mesi, mesi e mesi. Ora non ti sveglia la luce che inonda la stanza e dormiresti fino a tardi se non venissi io a svegliarti.

Hai giocato, inventato storie con i tuoi amici animaletti, canticchiato le canzoncine dell'asilo, guardato e riguardato gli stessi cartoni animati fino ad impararli a memoria, disegnato e colorato, passato ore e ore nella sabbiera del giardino insieme a fratello, cugina e amichette. Ora al posto della sabbiera ci sono lillà e rododendri ma la tua stanza è ancora piena di giochi per le bimbe dei nostri amici che non vedono l'ora di entrare nel tuo mondo.

martedì 25 febbraio 2014

IL MIO PRIMO STRUDEL SERIO




Amo lo strudel, anche se vado in montagna dalla parte opposta delle Alpi. Le uniche incursioni in terre da strudel risalgono ai tempi dell'università, quando con altre centinaia di amici si andava a sciare d'inverno. Prima di partire si passava tutti dalla Dolciaria Fassana e si infilavano le scatole lunghe e sottili tra zaini, borse e scarponi. Escluso quello della val di Fassa, lo strudel di casa mia è stato per anni o quello fatto chiudendo in uno scrigno di pasta sfoglia mele, uvetta, frutta secca e cannella o, peggio ancora, quello comprato surgelato al super e infilato all'ultimo minuto in forno. Ho sempre guardato le istruzioni per fare il vero strudel e mi sono sempre detta: un giorno o l'altro ci provo. Poi è arrivato l'MTChallenge. E così finalmente, all'ultimo minuto come mio solito, ho provato. 
Mi sono, ovviamente, ritrovata a cucinarlo ieri sera. 

Preparo la pasta, la metto a riposare e vado dalla suocera a salutare la zia canadese in partenza per casa, mi fermo a chiacchierare più del previsto e torno che è praticamente ora di cena. Il marito chiama e dice che sta tornando. Io lo avviso: devo fare lo strudel. Il tapino si prepara spiritualmente al fatto che quando rientrerà non troverà certo la pasta fumante nel piatto...
Beh, è stata dura, ho dovuto tirare la pasta un paio di volte perchè la prima si è lacerata come un vecchio lenzuolo, ho rischiato di perdere tutto l'impasto nel passaggio dal canovaccio alla teglia, ma ce l'ho fatta. Ed è tutta un'altra cosa, anche rispetto a quello che compravo alla dolciaria fassana che secondo me era fatto con la pasta sfoglia.

giovedì 20 febbraio 2014

Identità Golose, di tutto un po' #IGmi2014



Anche quest'anno ho indossato il mio braccialettino rosa fuxia e per un giorno mi sono immersa nell'alta cucina di Identità Golose. Il terzo anno per me, il decimo per questo evento dalle mille sfaccettature. Come gli anni scorsi, ho trascorso la mia giornata tra lezioni di grandissimi, ho vagato per gli stand, ho assaggiato e mi sono divertita. Non voglio farvi un resoconto dettagliato di ciò che ho ascoltato, visto e vissuto, ma lasciarvi qualche impressione semiseria qua e là.

venerdì 31 gennaio 2014

Liberiamo una ricetta:LA PIADINPIZZA

Cosa preparare ai figli quando tornano a casa da scuola affamati


Quando vanno all'asilo cominci ad assaporare la libertà. Tutte quelle ore finalmente libere per fare la spesa, i mestieri, per andare in palestra, per lavoricchiare o fare un giro per Milano. Non c'è neanche da pensare al pranzo: puoi gustartelo da sola sul divano, o seduta al tavolo con un bel libro di fianco o al pc a navigare per blog e siti vari (i social, ai tempi, non esistevano ancora...).
Poi crescono e cominciano ad andare a scuola e quella che hai scelto prevede due soli pomeriggi. Ergo, tre giorni su 5 li hai a casa e devi pensare a cosa preparare.
Il tempo passa e ne hai una alle medie e uno alle elementari, stessa scuola ma orari diversi. Il piccolo che deve per forza aspettare la sorella e che varca la soglia di casa più affamato che mai. In questi casi urge un po' di organizzazione: pranzo preparato in anticipo o avanzi della sera precedente.
Quando anche il maschio arriva alle medie le cose si complicano ulteriormente: la scelta per lui di una scuola più lontana implica un rientro a casa dopo le due. E se qualche volta non hai tutto organizzato sono problemi, perchè mettersi a preparare una pasta alle due passate significa non mangiare prima delle due e mezza...
Ecco perchè benedico il forno davanti a scuola che produce una pizza buonissima e, non essendo blasonato, ha ancora prezzi umani. Ecco perchè in casa non mancano mai prosciutto cotto, mozzarella, pane in cassetta e piadine.

mercoledì 29 gennaio 2014

SPEZZATINO DI CINGHIALE e fallimenti vari



Quando ho saputo che la sfida per il mese di gennaio sarebbe stata lo spezzatino ero ad Aigues Mortes, ai confini della Camargue. Lì la specialità è la gardiane de taureau, lo spezzatino di toro. Avevamo cercato un macellaio che ci vendesse la carne di toro da mettere sottovuoto, ma inutilmente. Siamo riusciti solo a scovare una gastronomia con tanto di bottegaio che sembrava uscito da Ratatouille: basso, grassoccio, fazzoletto al collo e gilerino di velluto. In vetrina la ciotola con la gardiane, che si siamo fatti impacchettare e che ci siamo mangiati il giorno successivo.
Quindi cosa potevo cucinare come spezzatino? La voglia di replicare un piatto che avevo assaggiato quasi venti anni fa in uno dei tanti  Paradores de turismo in cui mio padre, appassionato di Spagna e di questi Hotel, ci portava. Il piatto era il cinghiale al cacao, mi era piaciuto molto (i piatti che mi colpiscono non me li dimentico, da sempre...), perchè non tentare di replicarlo?

giovedì 9 gennaio 2014

PAIN D'EPICES E LE MIE VACANZE



Si ricomincia: la sveglia presto, il buio, i figli che escono di casa, la colazione col marito e la casa immersa nel grigiume. Scrivo e l'albero di Natale spento qui di fianco mi ricorda che è ora di mettere via gli addobbi. Sono state vacanze belle, piene di gente, di cibo, di luoghi visti, di sveglie tardi e di film in famiglia. Vacanze con amici e parenti, ma soprattutto con noi quattro. E in attesa di sistemare le foto dei quattro giorni tra Provenza e Camargue, inizio l'anno nel segno degli esperimenti dell'ultima ora. 

Il sacchettino di quattro spezie l'avevo preso tempo fa con l'intenzione di sfornare pane che mi è sempre piaciuto, che chiedevo a mia mamma di comprare al supermercato e che mangiavo solo io. Le spezie sono rimaste in dispensa per tanto tempo, ma a Natale ho deciso che, non avendo prodotto praticamente nulla di natalizio (biscotti, pandori, panettoni e amenità simili), almeno un pain d'epices che potesse accompagnare il meraviglioso patè di pernice e fagiano della suocera potevo farlo.

E così la mattina del 25 ho acceso il tablet e cercato una ricetta che mi aveva colpita anni fa, quella di Comida. Ho cominciato a guardare gli ingredienti e ovviamente ho scoperto di non averne alcuni. Poco male, gli esperimenti mi sono sempre piaciuti... 

Ecco quindi il mio


PAIN D'EPICES NATALIZIO con quello che passa il convento

(per la ricetta originale vi rimando a Comida, qui avete la mia versione tarata su ciò che avevo in dispensa)


  • 200 g farina 0
  • 100 g di farina integrale
  • 200 g farina di integrale di farro
  • 2 1/2 cucchiaini di bicarbonato
  • 2 cucchiaini e mezzo di miscela 4 spezie
  • 55 g di burro a temperatura ambiente
  • 1 uovo a temperatura ambiente
  • 250 g di miele, meglio se liquido (io ho usato quello di cardo, avanzo dell'estate sarda)
  • 1 cucchiaio di sciroppo d'acero
  • 1 cucchiaio di malto d'orzo
  • 1 cucchiaio di buccia di arancia grattugiata 
  • 240 ml di acqua


Versare tutti gli ingredienti insieme in una planetaria o in un robot da cucina anni '90 come ho io. Avviare e mescolare tutto insieme per un po' (io l'ho lasciato impastare per una decina di minuti)
Prendere uno stampo da plum cake e foderarlo con della carta da forno
Versarvi l'impasto e mettere nel forno precedentemente riscaldato a 180°.
Per evitare che la superficie si bruci, coprite lo stampo con della carta stagnola.
Cuocete per almeno un'ora

La casa si riempirà di profumo di spezie, vi sentirete ancora un po' natalizi e avrete un pane che con il patè diventa strepitoso. Il mio è risultato molto soffice e poco appiccicoso, diverso rispetto a quello che mangiavo da bambina, ma dolce e speziato al punto giusto per accompagnare anche le pietanze salate. In più questo è veramente un pane che si prepara in pochissimo tempo e con altrettanto poca fatica.

Buon anno speziato e saporito a tutti!

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