lunedì 28 gennaio 2013

PICI E ANATRA, PRENDERSI IL PROPRIO TEMPO




Ci sono ricette, quelle della settimana, che nascono in massimo 40 minuti. Ci sono piatti che hanno bisogno del week end, di un sabato mattina senza impegni o di una domenica con messa programmata in serata. I piatti dell'MTC rientrano in questa seconda categoria. Sempre. Perchè solitamente non sono tra quelli che abitualmente cucino. E poi è rilassante e gratificante ogni tanto misurarsi con qualcosa di nuovo. I pici, ad esempio, chi aveva mai provato a tirarli?

Calendario alla mano, ho individuato subito il giorno giusto. Sabato 26. La figlia grande ha in programma una giornata sulla neve con tutta la scuola. La manna dal cielo per una mamma pigra, che ama dormire e che meno impicci ha e meglio sta... Ma l'entusiasmo della figlia non può essere smorzato e quindi eccoci pronti a recuperare in giro grazie ad amici-sorella-nonni l'attrezzatura e a puntare la sveglia alle 6.
Beh, almeno avrò un sacco di tempo per provare i pici e fare tante altre cosette...

La mattina di sabato arriva, lei alle 6 e 10 è già pronta, manca solo la sessione di trucco (non mi abituerò mai a questa cosa, io alla sua età mi pizzicavo le guance per renderle rosate....). Buio pesto e silenzio. Un'amica vicina di casa si è offerta di portare mia figlia oltre alla sua. Le saluto, torno nel tepore di casa, mi sistemo sul divano con trapuntino annesso, convinta che sarà solo un modo per riposarmi. Non mi riaddormenterò mai. E invece il potere soporifero del divano che mi attanaglia solitamente ogni sera davanti alla tv ha fatto il suo dovere anche alle 7 della mattina di sabato...

Io che pensavo di avere tanto tempo a disposizione mi sono svegliata alle 10.30. A quell'ora mia figlia era impegnata in chissà quale discesa...

Pazienza, non farò tutto in assoluto relax, ma i pici mi aspettano. Riuscirò a mettere in tavola in tempo perchè Giacomo possa arrivare in orario al ritrovo della sua partita (i soliti orari ideali per un brunch, o un'english breakfast, non per una piciata) ?

Un caffè, un paio di biscotti davanti al pc ripassando la ricetta e via, si parte. Prima si impasta, poi, mentre la pasta riposa, si avvia il ragù e infine si comincia il divertimento... Ecco i miei 

 PICI ALL'ANATRA

per la pasta (la Patti dice dosi per 4 persone. A casa mia sono bastate a malapena per tre....siamo dei mangioni!)


  • 200 gr di farina 00
  • 100 gr di farina di semola rimacinata
  • 2 generosi cucchiai d’olio extra vergine
  • 1 pizzico di sale
  • acqua – qb –
Per il ragù di anatra

  • un petto d'anatra
  • una carota
  • un gambo di sedano
  • un cuore di porro
  • uno scalogno piccolo
  • salvia
  • rosmarino
  • alloro
  • quattro fette di coppa
  • quattro fette di pancetta steccata 
  • tre cucchiai di olio extra vergine d'oliva
  • mezzo bicchiere di vino (io ho usato un ottimo rosso non più bevibile perchè marsalato...l'ideale per cucinare)
  • sale
  • mezzo bicchiere di passata di pomodoro
Cominciate a impastare. Fate una fontana con le due farine setacciate e aggiungete olio e sale. Cominciate a unire poco alla volta l'acqua. A me ne sono bastati circa 200 ml, ma, come dice bene Patty, la quantità può variare.
Incorporate la farina con la forchetta e continuate a versare acqua e a incorporare farina finché non avrete un composto omogeneo ed elastico, non appiccicoso e neanche duro. 
Lavorate con energia e per qualche minuto la pasta, facendo forza con i polsi. (ottima  ginnastica per le mani: con i pici si combatte l'artrosi!) 
Quando avrete ottenuto una palla di pasta liscia e vellutata, morbida ed elastica, mettetela a riposare sotto una ciotola per almeno mezz'ora.

A questo punto preparate il ragù.

Tritate il porro, la carota, il sedano e lo scalogno.
Mettete a scaldare l'olio e fate stufare il trito.
Tritate la pancetta e la coppa e aggiungetele al trito.
Sciacquate il petto d'anatra, asciugatelo e tagliatelo in grossi pezzi. Non eliminate la pelle.
Mettete in padella i pezzi di anatra e fateli rosolare insieme al mix di verdure e salumi
Bagnate con il vino e fate evaporare.
Unite la salvia, il rosmarino e l'alloro.
Aggiungete mezzo bicchiere di acqua o di brodo di pollo, se l'avete.
Incoperchiate e fate cuocere a fuoco lento.

Riprendete in mano la vostra pasta. E' arrivato il momento di tirare i pici.
Dotatevi di una spianatoia di legno o di un tavolo di marmo. (io ho il grosso tagliere della polenta, e ho fatto un po' fatica. Devo assolutamente procurarmi la spianatoia!!!!!)
Prendete una palla di pasta, stendetela con il mattarello. Tagliate tante striscioline dello spessore di un cm circa.



Prendete una striscia alla volta e cominciate a filare rollando con una mano e contemporaneamente tirando verso un'estremità. 
L'ideale, anche per me che non avevo una spianatoia spaziosa, è tenere ferma un'estremità con una mano e tirare rollando con l'altra.
Ci vuole pazienza. A volte i pici si rompono dopo poco, altre vengono lunghi e bellissimi... Non importa, dice Patty, i pici non devono essere perfetti. Emenomale!!! Perchè a me son venuti buoni, ma perfetti proprio no...

Adagiate i pici su un vassoio coperto da un canovaccio e spolverateli. Smuoveteli di tanto in tanto. Cosa che io non ho fatto e per questo ho rischiato di fare il mappazzone di pici!






Quando avrete terminato con la pasta, mettete sul fornello un pentolone di acqua e passate al ragù.

Togliete i pezzi di anatra e le erbe aromatiche (a me, a dire la verità, piace avere qualche rametto di rosmarino che vaga nella pasta e l'ho tenuto).
Eliminate la pelle e tritate grossolanamente la carne dell'anatra. Unitela nuovamente al  sugo e aggiungete mezzo bicchiere di passata di pomodoro e un pizzico di sale. Allungate ancora con un po' di acqua o brodo e rimettete il coperchio. Fate andare sempre a fuoco lento.




Quando l'acqua bolle, salatela e aggiungete un cucchiaio di olio.
Scuotete con delicatezza i pici, metteteli nell'acqua un po' alla volta soprattutto se, come i miei, si sono incollati un po'...

Cuocete per qualche minuto, scolateli delicatamente e conditeli con il ragù. Una spolverata di pepe e il piatto è pronto. In zona cesarini per la partita di Giacomo....





Da rifare certamente, magari insieme ai figli. La pasta fresca è un gran divertimento per tutti, l'importante è trovare il tempo....

Nota:

il vero ragù d'anatra, o di nana, come si dice alla toscana, vorrebbe l'anatra in pezzi, compresi i fegatini.Io che sono la solita borghese dentro ho usato solo il petto... ma nel supermercato della periferia milanese ho trovato quello .... e non è stagione per trovarle sguazzanti nei fontanili vicini a casa ;)






11 commenti:

  1. Hai reso perfettamente lo spirito del Mtc : tranquillità, piacere di stare in cucina e voglia di giocare.... e i risultati dimostrano che in effetti la cosa rende! Brava Lucy, bel piatto !

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    1. Grazie Daniela! E io continuerò a partecipare così, per divertirmi, imparare e mettermi alla prova!

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  2. Risposte
    1. provali, è rilassante farli (con un po' di tempo a disposizione) e poi sono proprio buoni!!

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  3. Sono perfettamente d'accordo Lucia, anche per me quando devo cucinare e dedicare del tempo devo programmare, la messa o alle 8 di mattina o al sabato sera, e poi tutti fuori dalla cucina mi devo divertire! Un piatto superbo quello che hai preparato! Un bacione

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    1. Ahahahah!! Ti vedo! Io alle otto di mattina mai! Grazie per i complimenti e un bacione!

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  4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  5. Cara Lucy, non conoscevo il tuo blog ma mi hai fatto molto ridere perché mi sono ritrovata perfettamente nelle tue parole di pigra dormigliona. Il sabato mattina, quando non lavoro, è il momento giusto per spadellare come si deve. Per i pici non ci vuole molto tempo quando hai preso la mano. Anzi, è molto rilassante e divertente. Che tu ti sia divertita lo si vede da questo formidabile piatto. Quando sono a loro agio i pici nella nana!
    Grazie infinite e a presto, PAt

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    1. Ciao Pat! Immagino che una volta presa la mano si possano fare con molto meno tempo! Mentre li tiravo mi ricordavo di mia suocera che preparava la sera i fusilli al ferretto o i cavatielli mentre chiacchierava con l'amica o con noi.... era un gesto talmente naturale che le mani andavano da sole. Dovevi vedere che concentrazione avevo io sabato!! Però hai ragione, è rilassante e divertente, anche la prima volta! Un abbraccio e a presto

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