E quindi abbiamo avuto la fortuna di uscire dagli schemi soliti del turismo conosciuto per scovare posti spettacolari e affascinanti, luoghi pieni di storia in cui il tempo sembrava essersi fermato. Come l’Estremadura con Guadalupe, Trujillo, Zafra o l’Andalusia profonda del Coto de la Donana (con el Rocio, santuario dall’aria messicana) e Sanlùcar de Barrameda, paese sulla foce del Guadalquivir, con spiagge percorse da cavalli in gara, ristoranti traboccanti di crostacei e bodegas, cantine storiche, luoghi unici dove degustare la manzanilla.
Manzanilla significa “camomilla” e questo vino fino che solo a Sanlùcar viene prodotto probabilmente ricorda l’infuso solo per il colore, giallo paglierino. E’ uno sherry secco - Jerez de la Frontera è poco distante - dal sapore intenso e impegnativo.
Ho sempre accompagnato volentieri i miei nei loro viaggi spagnoli, anche durante i miei anni universitari, perché non erano mai banali. E dei giorni passati a Sanlùcar ho il ricordo della visita alla Bodega Barbadillo e delle cene al Bajo de Guia introdotte sempre da una copa de manzanilla accompagnata da langostinos y gambas.
Ne parlavo l’altra sera a cena con amici e d’improvviso sul tavolo si è materializzata una bottiglia di manzanilla, souvenir di uno dei tanti viaggi dei miei. Chi l’ha bevuta (ovviamente ben fredda) da sola non ha avuto commenti entusiastici. Quando ho portato i gamberi saltati in padella con un filo l’olio e mezzo bicchiere di vino bianco e ho invitato i commensali a mangiarli bevendoci sopra la manzanilla, l’entusiasmo si è scatenato.
Avete presente quando Remì di Ratatoulle spiega al fratello la meraviglia per il palato degli abbinamenti giusti?
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