Qualche sprazzo di primavera comincia a vedersi anche nella bassa milanese, e quando il sole fa capolino dopo tanto tempo non c'è scusa che tenga...
Ci si mette un po' in tiro, che girare per corso Vercelli non è uguale al solito percorso casa-scuola-palestra-casa-super-scuola-casa-piscina-oratorio-casa-palestra-casa. Ci si ricorda della digitalina, anche se mi vergogno sempre un po' a fare la giapponese a Milano, e si va.
Questa volta parto da via Marghera e vado verso corso Vercelli, entro nel mercato coperto di Piazza Wagner, luogo d'altri tempi, con banchi degni delle migliori gastronomie (avete mai visto il gorgonzola al cucchiaio?) e fornitori dei migliori ristoranti meneghini... Non fotografo, nè compro (la giornata è appena cominciata, sennò il gorgonzola non me lo lasciavo scappare!), assaporo i profumi, mi godo le signore di una volta che fanno la spesa della giornata ed esco.
Cammino, guardo vetrine, cammino. Corso Magenta, Santa Maria delle Grazie, naso in su e mi inebrio dell'armonia delle proporzioni e dei particolari, cammino, eccomi nei luoghi dell'università. Mi immetto nelle viette, butto lo sguardo nei bar che cominciano a popolarsi dei ragazzi in pausa pranzo e penso che è una ruota che gira, anche io come loro mi sedevo a un tavolo, panino, amiche e chiacchere, oppure, con le giornate più tiepide, panchina al sole nel chiostro, panino e libri. Chissà cosa faranno, chissà come sarà la loro vita...
Continuo la mia via, entro nella storica pasticceria Marchesi, quella dove il bancone è ancora di marmo, legno e specchi, la signora alla cassa ha il grambiule verdino col pizzo bianco, il meraviglioso caffè è servito in tazze finissime dal bordo d'oro. Ma c'è troppa gente e le brioche sono finite, sarà per un'altra volta.
Sono quasi in Duomo, fa caldo e ho un po' fame. Va be', siamo a febbraio, ma il primo gelato della stagione si può prendere.
Vicino c'è Grom, coppetta cioccolato fondente, crema di Grom e nocciola.
Arrivo in piazza della Scala invasa da grosse chiocciole fuxia (arte???) e mi siedo. Mi gusto il gelato, e le chiacchere di tra turisti napoletani. Riparto.
Mi mangerei anche un panzerotto di Luini, ma non è il caso di esagerare...
Un salto in libreria e mi viene in mente che in zona dovrebbe esserci quel famoso negozio che hanno aperto a fine ottobre, quello di abbigliamento country trendy, quello che le mamme delle ragazzine sono state costrette a visitare dopo ore di coda per poter permettere alle loro pupille di inebriarsi della vista di commessi-modelli coi pettorali in mostra.
E vuoi che non ci metta piede anche io? Così, poi, al caffè della mattina con le amiche (ormai raro) non si parla solo di compiti in classe, verifiche e lezioni.
Ci arrivo davanti perchè le indicazioni dell'amica erano state precise e vedo l'entrata di una banca, marmi grigi e una grossa porta. Ma che ci fa uno a dorso nudo in banca? Un attimo e capisco.
Varco la soglia dove il poveretto in questione (sarà anche pià caldo degli altri giorni ma comunque non ci sono più di dieci gradi) mi saluta a 50 denti, di fianco a lui una ragazza, camicia, jeans e infradito e una polaroid in mano. E il caso che mi faccia immortalare col ragazzo? No, non ho più l'età (prima batosta).
Entro. E mi assalgono musica spaccatimpani e un profumo (piuttosto cattivo) stordente. Il negozio è enorme: scale, non so quanti piani e quanti corridoi e anfratti. Non saprei dire niente di più se non che tutto è buio pesto.
Vago nell'oscurità interrotta solo da ampi scaffali pieni di felpe-t shirt-pantaloni coloratissimi illuminati come quadri. Giro come in un sogno, in un misto di stordimento da musica, profumo, buio, gente, decine di commessi e commesse che continuano a salutarti e spruzzarti profumo.
Se non me lo diceva il solito commesso sorridente, mi sarei infilata nei camerini senza saperlo...
Quando finalmente esco a riveder le stelle, vedo dietro di me due quarantenni, carini, curati, look da city, cappottino e sciarpina, che uscendo emettono un sonoro sospiro di sollievo. Mi volto, sorrido, "mi sono sentita addosso tutti i miei anni!!" ( e non ne ho ancora quaranta!) Uno dei due si volta verso l'entrata, guarda il tapino con tartaruga in mostra e..." arriveranno anche per loro, questi anni"
E' una ruota che gira....
E per la sera, coi piedi rotti per il troppo camminare e la stanchezza da troppe emozioni (...), per il marito una pasta veloce e poco impegnativa.
PENNE AI FILETTI DI CERNIA E POMODORINI.
Aglio
Olio Evo
Sale
300 g filetti di cernia
300 g pomodorini datterini
olive
vino bianco
Mentre l'acqua bolle, soffriggere dolcemente l'aglio in due cucchiai d'olio, aggiungere i filetti di cernia, rimescolare e bagnare con un po' di vino bianco. Lasciar evaporare e spegnere. Quando mancano 5 minuti al termine della cottura della pasta, rimettere sul fuoco la padella coi filetti e aggiungere i pomodori datterini tagliati a metà e le olive (nel mio caso le sarde che amiamo tanto). Scolare la pasta al dente, farla saltare in padella, aggiungere del prezzemolo tritato o delle erbette provenzali e magari un filo di olio al peperoncino, servire, accompagnando magari con una Falanghina Taburno.
Ci si mette un po' in tiro, che girare per corso Vercelli non è uguale al solito percorso casa-scuola-palestra-casa-super-scuola-casa-piscina-oratorio-casa-palestra-casa. Ci si ricorda della digitalina, anche se mi vergogno sempre un po' a fare la giapponese a Milano, e si va.
Questa volta parto da via Marghera e vado verso corso Vercelli, entro nel mercato coperto di Piazza Wagner, luogo d'altri tempi, con banchi degni delle migliori gastronomie (avete mai visto il gorgonzola al cucchiaio?) e fornitori dei migliori ristoranti meneghini... Non fotografo, nè compro (la giornata è appena cominciata, sennò il gorgonzola non me lo lasciavo scappare!), assaporo i profumi, mi godo le signore di una volta che fanno la spesa della giornata ed esco.
Cammino, guardo vetrine, cammino. Corso Magenta, Santa Maria delle Grazie, naso in su e mi inebrio dell'armonia delle proporzioni e dei particolari, cammino, eccomi nei luoghi dell'università. Mi immetto nelle viette, butto lo sguardo nei bar che cominciano a popolarsi dei ragazzi in pausa pranzo e penso che è una ruota che gira, anche io come loro mi sedevo a un tavolo, panino, amiche e chiacchere, oppure, con le giornate più tiepide, panchina al sole nel chiostro, panino e libri. Chissà cosa faranno, chissà come sarà la loro vita...
Continuo la mia via, entro nella storica pasticceria Marchesi, quella dove il bancone è ancora di marmo, legno e specchi, la signora alla cassa ha il grambiule verdino col pizzo bianco, il meraviglioso caffè è servito in tazze finissime dal bordo d'oro. Ma c'è troppa gente e le brioche sono finite, sarà per un'altra volta.
Sono quasi in Duomo, fa caldo e ho un po' fame. Va be', siamo a febbraio, ma il primo gelato della stagione si può prendere.
Vicino c'è Grom, coppetta cioccolato fondente, crema di Grom e nocciola.
Arrivo in piazza della Scala invasa da grosse chiocciole fuxia (arte???) e mi siedo. Mi gusto il gelato, e le chiacchere di tra turisti napoletani. Riparto.
Mi mangerei anche un panzerotto di Luini, ma non è il caso di esagerare...
Un salto in libreria e mi viene in mente che in zona dovrebbe esserci quel famoso negozio che hanno aperto a fine ottobre, quello di abbigliamento country trendy, quello che le mamme delle ragazzine sono state costrette a visitare dopo ore di coda per poter permettere alle loro pupille di inebriarsi della vista di commessi-modelli coi pettorali in mostra.
E vuoi che non ci metta piede anche io? Così, poi, al caffè della mattina con le amiche (ormai raro) non si parla solo di compiti in classe, verifiche e lezioni.
Ci arrivo davanti perchè le indicazioni dell'amica erano state precise e vedo l'entrata di una banca, marmi grigi e una grossa porta. Ma che ci fa uno a dorso nudo in banca? Un attimo e capisco.
Varco la soglia dove il poveretto in questione (sarà anche pià caldo degli altri giorni ma comunque non ci sono più di dieci gradi) mi saluta a 50 denti, di fianco a lui una ragazza, camicia, jeans e infradito e una polaroid in mano. E il caso che mi faccia immortalare col ragazzo? No, non ho più l'età (prima batosta).
Entro. E mi assalgono musica spaccatimpani e un profumo (piuttosto cattivo) stordente. Il negozio è enorme: scale, non so quanti piani e quanti corridoi e anfratti. Non saprei dire niente di più se non che tutto è buio pesto.
Vago nell'oscurità interrotta solo da ampi scaffali pieni di felpe-t shirt-pantaloni coloratissimi illuminati come quadri. Giro come in un sogno, in un misto di stordimento da musica, profumo, buio, gente, decine di commessi e commesse che continuano a salutarti e spruzzarti profumo.
Se non me lo diceva il solito commesso sorridente, mi sarei infilata nei camerini senza saperlo...
Quando finalmente esco a riveder le stelle, vedo dietro di me due quarantenni, carini, curati, look da city, cappottino e sciarpina, che uscendo emettono un sonoro sospiro di sollievo. Mi volto, sorrido, "mi sono sentita addosso tutti i miei anni!!" ( e non ne ho ancora quaranta!) Uno dei due si volta verso l'entrata, guarda il tapino con tartaruga in mostra e..." arriveranno anche per loro, questi anni"
E' una ruota che gira....
E per la sera, coi piedi rotti per il troppo camminare e la stanchezza da troppe emozioni (...), per il marito una pasta veloce e poco impegnativa.
PENNE AI FILETTI DI CERNIA E POMODORINI.
Aglio
Olio Evo
Sale
300 g filetti di cernia
300 g pomodorini datterini
olive
vino bianco
Mentre l'acqua bolle, soffriggere dolcemente l'aglio in due cucchiai d'olio, aggiungere i filetti di cernia, rimescolare e bagnare con un po' di vino bianco. Lasciar evaporare e spegnere. Quando mancano 5 minuti al termine della cottura della pasta, rimettere sul fuoco la padella coi filetti e aggiungere i pomodori datterini tagliati a metà e le olive (nel mio caso le sarde che amiamo tanto). Scolare la pasta al dente, farla saltare in padella, aggiungere del prezzemolo tritato o delle erbette provenzali e magari un filo di olio al peperoncino, servire, accompagnando magari con una Falanghina Taburno.
Milano è meravigliosa.... anche se sono a 1/2 di treno ogni volta che vengo mi sento così montanara.... adoro il castello, il duomo, S.Ambrogio..... bello anche il tuo piatto, e anche se come dici poco impegnativo mi sembra molto gustoso! ciao Ely
RispondiEliminaGrazie per la passeggiata...piacevolissima!!
RispondiEliminaBuon marzo, Anna.
no dico le chiocciole fucsia...ne parliamo?
RispondiEliminaChe bello! Mi hai fatto rivivere per un attimo i miei giri "in centro" che prima erano assai frequenti vuoi per l'università, vuoi per il lavoro, vuoi per le amicizie... ed ora mi volto indietro e mi accorgo che sono più di 10 anni che non faccio più un salto "in centro", ma ormai troppi km ci separano :) Buona serata Lauradv
RispondiEliminaIl sole, fa proprio venir voglia di uscire e poi Milano è una città stupenda! Io direi che il gelato ci sta così come la pasta che hai cucinato, veloce e gustosa!
RispondiEliminaHo ben presente il negozio con i bellimbusti a torso nudo e le ragazzine che fanno le foto... quasi meglio l'invasione di lumache extraterrestri! Bel reportage, abbiamo passeggiato con te...
RispondiEliminaSabrine
Grazie a tutte, adoro camminare e scoprire le bellezze della mia città, anche quando è invasa da chiocciole fucsia...
RispondiEliminaAlla prossima!